Hose Lining Di Adduttrici Idriche Su Larga Scala BenassiAdmin2022 14 Giugno 2022

Hose lining di adduttrici idriche su larga scala- Oristano

CITTÀ
Acquedotto di Bosa - Oristano
TIPO DI INTERVENTO
Hose lining

Da anni il panorama acquedottistico nazionale è interessato da problematiche relative al cattivo stato di conservazione delle infrastrutture idrauliche preesistenti.

Se guardiamo in particolare allo stato delle grandi adduttrici, opere di fondamentale importanza strategica, la loro vetustà unitamente alla loro orografia possono aver generato nel tempo situazioni di disservizio nell’erogazione della risorsa idrica.

A queste situazioni molto spesso si aggiungono le problematiche di tipo tecnico ed economico che possono riscontrarsi nel momento in cui il gestore si trova a far fronte a condotte in cemento amianto. L’estensione delle tubazioni in cemento amianto in Italia è stimata intorno ai 125.000 km. A partire dal 1916 tubazioni in cemento amianto, con diametri in genere compresi tra 150 mm e 500 mm, furono infatti utilizzate per la costruzione delle reti idriche; il loro utilizzo, è poi continuato in maniera costante dagli anni ‘50 agli anni ‘80 per le ‘ottimali’ proprietà: ancora non si era a conoscenza della pericolosità delle fibre di asbesto.

Volendo inserire all’interno di questo contesto l’impiego delle ‘tecnologie trenchless’, spesso si è parlato di un loro utilizzo per il superamento di singole criticità nell’ambito di progetti di riqualificazione di reti idriche su larga scala (pensiamo per esempio a reti che attraversano vie di comunicazione).

L’uso esteso delle tecnologie trenchless nel corso della esecuzione di un progetto di riqualificazione idrica su larga scala non è mai stato messo in discussione.

La committente Abbanoa Spa, gestore unico del servizio idrico integrato della regione Sardegna, ha saputo cogliere tale opportunità occupandosi della riabilitazione, mediante tecniche senza scavo, di 6 km di adduttrice idrica DN500 in cemento amianto sita in località Bosa (OR).

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Oristano, acquedotto di Bosa

CITTÀ
Acquedotto di Bosa - Oristano
TIPO DI INTERVENTO
Hose lining

Il tratto di adduttrice compreso tra Barasumene e Monte Contra costituisce il ramo di acquedotto che alimenta Bosa e Bosa Marina e le località a mare di Porto Alabe, Santa Maria del Mare, Sa Lumenera e Villaggio Turas, pertanto volendo procedere a un esteso intervento di riabilitazione si rendeva necessario lo studio, l’organizzazione e la predisposizione di un opportuno sistema di bypass che permettesse di garantire l’approvvigionamento idrico a tali aree per tutta la durata delle lavorazioni.

Nelle condizioni appena descritte, sebbene anche il solo pensiero di procedere con tecniche tradizionali fosse considerato impossibile, la programmazione di un intervento con tecniche trenchless si presentava comunque ardua. L’ardita opera è stata portata a termine con efficienza e slancio dalla divisione trenchless dell’impresa Benassi Srl, cui elevato grado di specializzazione ha reso possibile l’ottenimento di un risultato finale di caratteristiche qualitative senza precedenti.

Tecnologia

La tecnologia d’intervento senza scavo scelta dalla committenza è stata la ‘tecnologia hose lining’, la quale si compone dell’impiego di una manichetta armata flessibile multistrato, con caratteristica unica nel suo genere di uno strato intermedio di rinforzo interamente realizzato in Kevlar®, fibra sintetica aramidica che permette di raggiungere elevate pressioni di esercizio, garantite nel tempo, e pezzi speciali appositamente sviluppati per ancorare il tubolare alle estremità delle tratte risanate denominati connettori.

La manichetta armata risulta autoportante, ovvero in grado di assorbire per intero la pressione interna del fluido trasportato non andando in aderenza con il tubo, lasciando un interstizio (anular gap). Nella Figura 4 sono schematicamente indicati i tre diversi strati di cui la manichetta risulta essere costituita.

image4

Lo strato esterno che protegge il nucleo interno portante in Kevlar® durante il processo di installazione, indipendentemente dal tipo di fluido trasportato, è realizzato in polietilene resistente all’abrasione (PE). La struttura del nucleo centrale è costituita da uno strato di Kevlar® senza cuciture. Il tessuto aramidico assorbe la forza di trazione durante l’inserimento della manichetta armata e l’intera pressione di esercizio. Il rivestimento interno previsto per il trasporto di acqua potabile risulta costituito da polietilene PE idoneo al contatto con acqua per uso potabile secondo DM 174 del 2004. La flessibilità della manichetta armata consente un trasporto compatto di migliaia di metri di tubolare avvolto su telai bobina e permette l’inserimento all’interno della tubazione ospite per mezzo del traino mediante argano idraulico, anche in presenza di tratti in curva.

La seconda parte che compone la ‘tecnologia hose lining’ è rappresentata da pezzi speciali terminali appositamente sviluppati. I connettori per medie pressioni sono costituiti da un’anima interna profilata e da un manicotto esterno contenente un anello metallico deformabile di confinamento. Durante l’installazione, una resina bicomponente iniettata attraverso una valvola posta sul manicotto esterno, forza l’anello metallico e di conseguenza il tubolare nella sagoma del nucleo interno. Dopo un tempo di indurimento di almeno 12 ore a 20° C, la connessione è permanente e presenta un’elevata resistenza alla trazione. Ogni estremità dei connettori è dotata di una flangia standard per il ricollegamento al tubo ospite o per l’inserimento di un pezzo speciale. Inoltre, il sistema consente sempre di fornire soluzioni personalizzate per applicazioni speciali, come nel caso di Bosa in cui è stata prevista, ai fini della necessità di inserire ciascun connettore all’interno dei pozzetti esistenti, la configurazione per l’ancoraggio alla parete del pozzetto tramite tasselli.

CITTÀ
Acquedotto di Bosa - Oristano
TIPO DI INTERVENTO
Hose lining

L’intervento

Ai fini di ottenere il minor impatto sulla condotta e sugli assetti vegetazionali, l’impresa esecutrice ha proceduto a operare direttamente e unicamente in corrispondenza dei tratti di condotta presenti all’interno delle camerette esistenti, previa rimozione delle relative solette, raggiunti mediante la creazione di piste di accesso ottenute attraverso l’allargamento dei sentieri esistenti.

Una volta ottenute le condizioni di accesso necessarie, ai fini di ottimizzare al massimo livello l’esecuzione delle lavorazioni e di minimizzare la messa fuori esercizio della condotta, è stata affrontata una precisa organizzazione delle fasi d’intervento:

  • predisposizione del bypass
  • sezionamento della condotta all’interno delle camerette
  • operazioni di videoispezione preliminare
  • inserimento del tubolare e montaggio dei connettori
  • inserimento dei pezzi speciali
  • collaudo e rimessa in esercizio
  • svuotamento e rimozione del bypass.

La particolare ed efficiente impostazione del bypass messa a punto dall’impresa esecutrice, ha permesso di portare a compimento l’intervento mediante una triplice successione delle fasi sopradescritte.

Il bypass è stato realizzato prevedendo sempre l’impiego di una manichetta armata come tubolare autoportante, sfruttando la sua elevata flessibilità nelle ardue condizioni logistiche di lavoro.

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